Consolidamento terreno di fondazione di una torre campanaria del 1600

    LUOGO: Torre Campanaria Borgolavezzaro (NO) - Italia
    ANNO: 2003
    DURATA CANTIERE: 7 giorni lavorativi

    IL PROBLEMA

    Cedimenti delle fondazioni

    LA SOLUZIONE

    Consolidamento del terreno di fondazione con iniezioni di resina espandente Uretek Geoplus®- tecnologia Uretek Deep Injections®

    Il grande campanile, di costruzione seicentesca, è stato incluso nella chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Bartolomeo e Gaudenzio, eretta tra il 1855 e il 1862 su progetto dell'architetto A. Antonelli che in seguito progettò la Mole Antonelliana di Torino.

    IL PROBLEMA

    Le fondazioni del campanile, più strette e maggiormente caricate rispetto a quelle della chiesa, mostravano cedimenti marcati. Negli anni si era generato un cedimento differenziale: il campanile risultava in movimento rispetto al resto dell’edificio che restava invece fermo e stabile sulle proprie fondazioni.

    LA SOLUZIONE

    Perchè è stata scelta la soluzione Uretek

    Data la posizione del campanile, interamente inglobato tra le mura della chiesa, un intervento di sottofondazione tradizionale (micropali, jet grouting, ecc.), avrebbe comportato evidenti problemi di invasività. Sarebbe stato necessario, infatti, intervenire portando i macchinari all’interno dell’edificio, con ovvie conseguenze per gli altari, la pavimentazione, il coro e tutte le preesistenze di una chiesa di valore storico.
    La nostra soluzione offriva invece importanti vantaggi, tra i quali:

    • rapidità: attenta pianificazione e programmazione dei tempi di esecuzione che permettevano di realizzare l’opera in tempi brevi;
    • costi competitivi;
    • non invasività: l’intervento proposto non necessitava scavi o lavori in muratura, non avrebbe sporcato l’area né prodotto scarti di lavorazione;
    • monitoraggio continuo del lavoro: sia durante che dopo l’intervento le attività sarebbero state sottoposte a controllo in tempo reale mediante tecnologia laser d’avanguardia e personale altamente qualificato;
    • applicazione della tecnologia esclusiva Uretek Deep Injections® che, grazie all’iniezione della resina espandente Uretek Geoplus® ad alta pressione di rigonfiamento, compatta il terreno e stabilizza le strutture;
    • attenzione all’ambiente: la miscelazione fuori terra delle resine Uretek® genera un prodotto finale inerte, che non rilascia eluati nel terreno e nelle eventuali falde presenti. 

     

    Osservazioni

    Le ridotte attrezzature manuali che abbiamo impiegato ed il tipo di materiale iniettato, ci hanno permesso di operare nelle ridottissime aree disponibili per l’attività di cantiere senza aggravare le lesioni preesistenti. Inoltre, la mancanza di vibrazioni e le limitate attività di scavo ci hanno permesso di operare senza bisogno di interrompere le normali attività di culto.

    IL PROGETTO NEL DETTAGLIO

    Le fasi operative

    In assenza di un vero e proprio sistema fondale, abbiamo realizzato i fori di iniezione nelle immediate vicinanze della muratura portante in modo da raggiungere con precisione il terreno sottostante. Abbiamo eseguito iniezioni di tipo colonnare, estraendo il tubo d'iniezione con velocità controllata da un apposito estrattore. Partendo dalla profondità di -7,5 metri dal piano di calpestio, le iniezioni terminavano alla quota del piano d'imposta delle fondazioni o al primo segnale di sollevamento (>_ 1 mm).

    Fig. Pianta dei fori di iniezione + a lato Sezione longitudinale

    Per non forare la pavimentazione della chiesa e non disturbare le attività di culto, abbiamo eseguito perforazioni oblique che, dalla sala interna al campanile, raggiungevano in profondità lo strato di terreno da consolidare. All’interno della cella campanaria, a ogni foro verticale abbiamo associato un foro obliquo con inclinazione tale da attraversare il muro di fondazione e coprire in profondità tutta l’area prevista dal progetto.

    Fig. Sezione dei fori di iniezione

    Controlli e verifiche

    Durante le fasi di perforazione abbiamo verificato puntualmente la profondità delle fondazioni del campanile, variabile tra 2.7  e 3.5 metri, mentre durante le iniezioni, che hanno interessato lo strato di terreno maggiormente gravato dalle tensioni indotte dal carico soprastante, abbiamo tenuto sotto controllo l’intera struttura e le zone limitrofe per mezzo di livelli laser con precisione di 1 mm. 

    Il raffinato sistema di monitoraggio messo in atto già prima dell’intervento ha evidenziato la chiusura delle crepe durante le fasi d’iniezione e una generale situazione di stabilità del manufatto a lavori conclusi.

    Fig. Profilo stratigrafico medio dei terreni di fondazione