Realizzato nel 1600 per l’attraversamento del naviglio grande, il ponte di Castelletto è una struttura a doppia arcata con il basamento in granito e la parte superiore in mattoni intonacati. La zona carrabile è costituita da un semplice acciottolato.
IL PROBLEMA
Nel tempo il dilavamento prodotto dalle acque meteoriche ha disgregato il legante interposto fra i vari mattoni, provocando un aumento di vuoti all’interno del sistema murario. La conseguente diminuzione della “sezione resistente” poteva portare al collasso del manufatto.
Le esigenze del cliente
Era necessario un intervento tempestivo e garantito nel tempo e la la delicatezza del contesto imponeva la scelta di una squadra di professionisti capaci di lavorare nella massima salvaguardia del manufatto storico.
Perché è stata scelta la soluzione Uretek:
- Rapidità
- Costi competitivi
- Non invasività
l’intervento proposto non avrebbe alterato l’estetica della muratura, non avrebbe sporcato l’area né prodotto scarti di lavorazione; - Monitoraggio del lavoro
mediante tecnologia laser; - Tecnologia Uretek Walls Restoring®
efficace anche su murature sommerse o sotto falda; - Applicazione della resina Uretek Idro CP200
con caratteristiche meccaniche paragonabili a quelle delle normali malte di allettamento, non subisce dilavamento ed è impermeabile; - Trattamento uniforme
in ogni punto della struttura muraria; - Attenzione all’ambiente
la miscelazione fuori terra delle resine Uretek® genera un prodotto finale inerte, che non rilascia eluati nel terreno e nelle eventuali falde presenti.
LA SOLUZIONE
Abbiamo scelto di intervenire con la tecnologia innovativa Uretek Walls Restoring®. Il metodo consiste nell’eseguire dei fori all’interno del sistema murario, in modo da attraversare le discontinuità presenti, nei quali inserire i tubi di iniezione e quindi iniettare la speciale resina espandente Uretek Idro CP 200.
L’espansione della resina, conseguente ad una reazione chimica, consente alla miscela di raggiungere le cavità in comunicazione o prossime al punto di iniezione. Estraendo i tubi gradualmente, senza interrompere il flusso, la miscela si diffonde in tutte le cavità attraversate eliminando discontinuità che possono rappresentare pericolose debolezze strutturali. Walls Restoring® è applicabile anche a strutture costruite con mattoni, materiale lapideo o materiali misti come banchine, argini, contrafforti, muri di contenimento e fondazioni.
L'INTERVENTO NEL DETTAGLIO
La preparazione
Prima di eseguire le iniezioni abbiamo asportato il legante cementizio ammalorato per verificare le condizioni della muratura. Abbiamo proceduto alla scarnitura dei giunti, eliminando e pulendo la malta esistente per una profondità di circa 5 cm e quindi lavato la superficie della muratura con acqua e agenti chimici e infine sigillato e rinzaffato le fessure e i giunti con nuova malta per evitare la fuoriuscita della miscela durante le operazioni di iniezione.
Perforazione e iniezione
In generale le cavità di un sistema murario hanno uno sviluppo prevalentemente orizzontale così, per intercettarne il maggior numero possibile con ogni singolo foro, le perforazioni si eseguono verticalmente o con una leggera inclinazione rispetto alla verticale. Abbiamo eseguito i fori (del diametro di 15-20 mm) verticalmente mantenendo un interasse di circa 100 cm ed estratto i tubi gradualmente, con l’ausilio di un estrattore idraulico a velocità controllata, partendo da una profondità di – 5,0 m rispetto al piano di calpestio del ponte.
Abbiamo iniettato la resina bicomponente Uretek Idro CP 200 allo stato liquido mentre era già in fase di reazione: in un tempo compreso tra 30 e 60 secondi la resina ha terminato l’espansione aumentando di volume fino ad un massimo di 2,5 volte. Normalmente, dopo circa 24 ore le caratteristiche meccaniche acquisite possono considerarsi definitive.
In totale, abbiamo eseguito 53 iniezioni a colonna per consolidare 175 m³ di muratura in 5 giorni lavorativi.
Osservazioni
La resina, oltre che dalla pressione idraulica della pompa, viene spinta anche e soprattutto dalla propria pressione di rigonfiamento che le permette di andare a occupare tutti i vuoti presenti nell’ammasso, anche se ubicati ad una quota superiore rispetto all’uscita del tubo di iniezione.