Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici hanno reso sempre più frequenti fenomeni meteorologici estremi, come prolungati periodi di siccità alternati a precipitazioni molto intense. Queste oscillazioni influiscono in modo significativo sui terreni di fondazione degli edifici, mettendone a rischio la stabilità. In particolare, il ritiro del suolo argilloso in condizioni di secca e i fenomeni di dilavamento provocati da alluvioni (e in determinati casi da perdite idriche) possono dar luogo a cedimenti differenziali, crepe e problemi strutturali.
Vediamo nel dettaglio quali sono le principali criticità e come intervenire.
La siccità e le conseguenze sugli edifici
La siccità, spesso associata a temperature elevate e scarse precipitazioni, è un fenomeno che tende ad accentuarsi con i cambiamenti climatici. Nei periodi di prolungata assenza di piogge, i terreni argillosi subiscono un drastico calo dell’umidità e si contraggono. Le conseguenze possono essere così raccolte:
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Formazione di vuoti
La perdita di acqua fa sì che l’argilla diminuisca di volume, originando fessure e spazi vuoti. Questo riduce la capacità portante del suolo. -
Cedimenti differenziali
Il ritiro non è uniforme: alcune porzioni di terreno si contraggono più di altre, causando abbassamenti irregolari sotto le fondazioni. Il risultato si manifesta con crepe nei muri, avvallamenti nel pavimento e porte interne che non chiudono correttamente. -
Perdita di contatto tra fondazione e terreno
Quando il suolo si separa dalla base dell’edificio, la stabilità complessiva ne risente. I vuoti creati possono amplificare le sollecitazioni sulle strutture portanti.
Perché l’argilla risponde così ai cambiamenti di umidità?
L’argilla è fortemente sensibile all’acqua: in presenza di umidità si gonfia, mentre in carenza idrica si contrae. Con l’aumento delle temperature e la minore disponibilità di acqua, le variazioni di volume diventano più marcate, mettendo a dura prova le fondazioni.
Piogge estreme e fenomeni di dilavamento
A complicare ulteriormente la situazione ci sono le precipitazioni estreme, che possono presentarsi sotto forma di violenti temporali o vere e proprie alluvioni. In questi casi, l’acqua tende a defluire velocemente, trascinando con sé particelle di terreno in un fenomeno noto come “dilavamento”. Quando ciò avviene vicino alle fondazioni di un edificio, si creano ulteriori vuoti e cavità capaci di indebolire il substrato, causando o aggravando i cedimenti.
Un altro aspetto, non connesso ai cambiamenti climatici ma comunque da non trascurare, è rappresentato dalle perdite idriche di origine domestica, come la rottura di una tubazione o gli scarichi fognari difettosi. Anche se più localizzate, queste infiltrazioni sotterranee possono erodere il terreno e minare lentamente la stabilità delle strutture. La situazione si aggrava se, in precedenza, il suolo era già stato sottoposto a un periodo di forte siccità: un terreno prosciugato assorbe l’acqua in modo irregolare, amplificando gli effetti indesiderati.
I cambiamenti climatici e le conseguenze su case ed edifici
Le alterazioni del clima, con periodi di siccità prolungata alternati a precipitazioni intense, influiscono in maniera diretta sui terreni di fondazione e, di conseguenza, sulle strutture degli edifici. Le fondazioni, essendo a contatto con il suolo, sono le prime a subire gli effetti di queste variazioni: se il terreno si ritira o viene eroso, la base di appoggio perde compattezza e possono insorgere diversi tipi di cedimento.
Tra i segnali più evidenti figurano le crepe nei muri interni ed esterni, spesso inizialmente sottili ma destinate ad allargarsi, specialmente attorno a porte, finestre o spigoli.
Un’altra spia importante è la comparsa di avvallamenti o dislivelli nei pavimenti, che possono rendere irregolari gli ambienti. In molti casi, i proprietari si accorgono del problema quando porte e finestre non si chiudono più come dovrebbero, o risultano fuori squadro. Queste manifestazioni, anche se a prima vista sembrano di lieve entità, non vanno mai sottovalutate, poiché segnalano spesso un dissesto strutturale che potrebbe aggravarsi nel tempo se non si interviene per tempo.
COSA FARE QUANDO SI RILEVA UN CEDIMENTO?
Quando si manifestano crepe o cedimenti, un intervento tempestivo è essenziale per interrompere il processo di degradazione del terreno e della struttura. Tra i metodi di intervento più efficaci, le iniezioni di resine espandenti offrono una soluzione mirata, veloce e soprattutto poco invasiva. La procedura consiste nel praticare piccoli fori, attraverso cui vengono iniettate resine in grado di espandersi e riempire i vuoti presenti nel suolo. Durante l’espansione, il materiale compatta il terreno circostante e ne ristabilisce la capacità portante.
L'intervento di consolidamento del terreno Uretek risolve quindi le problematiche provocate dai cambiamenti climatici, come siccità e alluvioni, con interventi sicuri e garantiti anche grazie al monitoraggio in tempo reale con sistemi laser.
Al termine delle operazioni, il suolo si presenta di nuovo omogeneo e l’edificio torna a poggiare su un substrato stabile e sicuro, con un notevole beneficio anche nel lungo periodo.
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